Colf e badanti

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28/06/2007 - Inps: sì all'assunzione dei parenti, purchè ci sia davvero una rapporto di lavoro. Attenzione alla regolarità  dei contributi.

La notizia riportata dal portale Stranieri In Italia riferisce che l'INPS, rifacendosi alla normativa sul lavoro domestico, dimostra che "l'esistenza di vincoli di parentela o affinità  tra le parti di un contratto di lavoro domestico non elude il rapporto di lavoro ed il conseguente obbligo assicurativo, purchè il rapporto di lavoro sia provato". Respingere quindi la richiesta di iscrizione è illegittimo, oltre che "contrario alle finalità  dell'Istituto, volte a garantire al lavoratore la copertura previdenziale e a vigilare sull'obbligo contributivo a carico del datore di lavoro". Senza contare che per la prima assunzione di lavoratori stranieri c'è già  stato il via libera dello Sportello unico per l'immigrazione, e un rifiuto dell'Inps all'iscrizione finirebbe per spingerli a lavorare in nero.

L'Inps deve comunque accertare che tra parenti si è instaurato un vero rapporto di lavoro, ma come? La legge non lo specifica, ma secondo l'istituto "può essere ritenuta indicativa la lettera di assunzione, redatta ai sensi del CCNL entrato in vigore dal 1 marzo 2007, corredata dalla busta paga". Anche in presenza di questi documenti, potrebbero però esserci dei segnali che il rapporto di lavoro è "finto", come ad esempio l'assunzione contemporanea di più parenti. Se i protagonisti di queste anomalie sono cittadini stranieri, dovrebbe scattare anche la segnalazione allo Sportello Unico per l'Immigrazione.

Articolo tratto da Stranieri In Italia




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